#esperienza #umanità #felicecomeunbuddha
Quando Gotama parla della propria esperienza usa la parola “sentire”, “provare”, percepire per indicare che la sua non è affatto un’esperienza ultraterrena ma totalmente umana, vissuta, incarnata, sentita attraverso i sensi. Il corpo diventa il tramite per entrare in contatto con la dimensione più profonda dell’essere vivi. Il continuo richiamo al respiro, alle sensazioni del corpo stesso, indicano la necessità di una presenza, di un radicamento profondo nella realtà. Egli afferma di aver raggiunto il Dhamma, di averlo scoperto, di averlo toccato e dice che ciò è alla portata di ogni uomo saggio. Non dei buddhisti. E le condizioni che ne hanno consentito la sua realizzazione sono il silenzio, la concentrazione, il raccoglimento uniti a un profondo radicamento nel momento presente, nel corpo, alla terra, alla realtà. E questa esperienza non ci richiede di diventare supereroi ma di essere profondamente, autenticamente umani.