Gotama definisce chi sceglie il suo cammino la “grande persona che dimora nella vacuità” e sceglie un verbo “viharati”, ossia dimorare, stare nelle fondamenta, essere radicati che ha una profonda connotazione di concretezza, di presenza e non lascia trasparire nessuna incorporeità. La parola Vihara, tra l’altro, è anche sinonimo di tempio, un luogo fisico e sacro. Scegliendo questo termine Gotama sembra suggerire l’immagine dell’essere umano come il luogo, il tempio, il custode di questa straordinaria e contemporaneamente ordinaria esperienza che è la vita. Straordinaria nella sua unicità, esattamente come unico e straordinario è ogni uomo