Questa mattina, primo giorno del nuovo anno, ho passeggiato per le strade silenziose di una Milano ancora addormentata. Non è stato difficile notare il contrasto tra i segni dei festeggiamenti della notte e quelli dell’altra città, che di occasioni per sorridere non ne ha molte. Non provo alcun disagio verso la felicità e trovo, ugualmente, che la sofferenza e la povertà neghino all’uomo un aspetto importante e prezioso, un diritto che dovrebbe essere di tutti, come l’essere felici: la dignità. La felicità lo è solo a metà se non è condivisa. E senza dignità non vi è alcuna felicità concreta, accessibile. Che sia un anno di gioia sincera, un anno leggero, un anno di cura. Per tutti.