- Quando siamo in arrabbiati, frustrati, insoddisfatti o delusi lasciamo che sia la collera a mettersi alla guida delle nostre azioni. Inseriamo il pilota automatico e iniziamo a correre su un filo sempre più esile finchè perdiamo non solo l’equilibrio ma non capiamo quanto riusciamo ferire gli altri e noi stessi in queste condizioni. Una volta passata la tempesta spesso restano le macerie e non è facile trovare il sorriso e l’armonia. Diventiamo insensibili e anche chi, fino a un istante prima, sentivamo vicino al cuore, diventa un estraneo o una minaccia. Perché accade? Perché crediamo alle storie che il nostro io ferito ci racconta. Entriamo in un circolo vizioso di giudizi e di pentimenti, di paure e di vergogna, di amarezza e ci chiudiamo agli altri. Dimentichiamo quanto la loro fragilità sia simile alla nostra.